BAEL

Bael (pronunciato Baèl) è un Demone ed uno dei dodici re dell'Inferno. Viene largamente menzionato nell'Antico Testamento. Compare anche nella demonologia cristiana, citato per la prima volta nella lista dei principali demoni stabilita dalla Chiesa durante il primo concilio di Braga. Re della parte orientale dell'Inferno, è un ottimo capo di guerra, alla testa di seicentosessantasei legioni di demoni.[1]
Viene citato anche dal demonologo olandese Weyer in un suo trattato chiamato Pseudomonarchia Daemonum[1]. Si presenta sotto la forma di una creatura a tre teste, di un rospo, di uomo e di un gatto sopra un corpo di ragno. È inoltre caratterizzato dalla sua voce roca, e si dice che fosse il demonio dell'invisibilità.

Spesso viene confuso con Bael o con Belial, tuttavia la radice etimologica di questi nomi è sempre l'ebraico bael - el o anche solo bael, con il significato di idolo o falso dio.

 

Origini ed etimologia

Bael, detto in principio Baal, era uno dei primi idoli pagani dei Fenici, spesso associato alla dea Astarte, divenuta in seguito anch'essa un demonio (come Astaroth) nella tradizione ebraica e cristiana.

Ba'al era in origine anche un titolo affibbiato ad alcune divinità semite occidentali.

Il nome Baal Hadad fu quello più utilizzato dagli Aramei, che ne portarono la diffusione nel resto del Mar Mediterraneo. I primi demonologi, ignari del fatto che Hadad o altre sostituzioni del termine Ba'al venivano utilizzate nella Bibbia (in particolare nell'Antico Testamento) per indicare alcune divinità, nessuna delle quali si riferiva ad Hadad, arrivarono a considerare il termine come la denominazione di un unico personaggio. Fino a quando gli scavi archeologici ad Ebla ed Ugarit non fecero rinvenire alla luce alcuni testi riguardanti il pantheon siriaco, il nome di Ba' al Zebub veniva spesso confuso con vari dei semiti chiamati Ba'al, e nel Nuovo Testamento il termine si riferisce ad un demonio d'alto rango o al Diavolo stesso.

Bibbia

Vittoria di Elia

Nel Primo Libro dei Re viene raccontato il massacro dei seguaci di Baal da parte del profeta Elia e dei suoi seguitori. Elia, ultimo fedele al Dio di Abramo, sfidò e vinse i profeti del dio Baal sul monte Carmelo: qui, dopo che essi furono svenuti, dimostrò la potenza di Dio accendendo, con la preghiera, una pira di legna verde e bagnata. Dopodiché, presso il torrente Kison, scannò tutti i 450 sacerdoti di Baal:

« Elia si accostò a tutto il popolo e disse: "Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!". Il popolo non gli rispose nulla. Elia aggiunse al popolo: "Sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. Dateci due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l'altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Voi invocherete il nome del vostro dio e io invocherò quello del Signore. La divinità che risponderà concedendo il fuoco è Dio!". Tutto il popolo rispose: "La proposta è buona!". Elia disse ai profeti di Baal: "Sceglietevi il giovenco e cominciate voi perché siete più numerosi. Invocate il nome del vostro Dio, ma senza appiccare il fuoco". Quelli presero il giovenco, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: "Baal, rispondici!". Ma non si sentiva un alito, né una risposta. Quelli continuavano a saltare intorno all'altare che avevano eretto. Essendo già mezzogiorno, Elia cominciò a beffarsi di loro dicendo: "Gridate con voce più alta, perché egli è un dio! Forse è soprappensiero oppure indaffarato o in viaggio; caso mai fosse addormentato, si sveglierà". Gridarono a voce più forte e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue. Passato il mezzogiorno, quelli ancora agivano da invasati ed era venuto il momento in cui si sogliono offrire i sacrifici, ma non si sentiva alcuna voce né una risposta né un segno di attenzione. Elia disse a tutto il popolo: "Avvicinatevi!". Tutti si avvicinarono. Si sistemò di nuovo l'altare del Signore che era stato demolito. Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei discendenti di Giacobbe, al quale il Signore aveva detto: "Israele sarà il tuo nome". Con le pietre eresse un altare al Signore; scavò intorno un canaletto, capace di contenere due misure di seme. Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna. Quindi disse: "Riempite quattro brocche d'acqua e versatele sull'olocausto e sulla legna!". Ed essi lo fecero. Egli disse: "Fatelo di nuovo!". Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: "Per la terza volta!". Lo fecero per la terza volta. L'acqua scorreva intorno all'altare; anche il canaletto si riempì d'acqua. Al momento dell'offerta si avvicinò il profeta Elia e disse: "Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose per tuo comando. Rispondimi, Signore, rispondimi e questo popolo sappia che tu sei il Signore Dio e che converti il loro cuore!". Cadde il fuoco del Signore e consumò l'olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l'acqua del canaletto. A tal vista, tutti si prostrarono a terra ed esclamarono: "Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!". Elia disse loro: "Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi uno!". Li afferrarono. Elia li fece scendere nel torrente Kison, ove li passò con la spada. »   ( 1Re 18,20,39, su laparola.net.)

Nella cultura di massa

Note

 

  1. ^ Salta a:a b Il Diavolo, Collin De Plancy, Edizioni Torre d'Avorio, 1980

 

Bibliografia

  • S. L. MacGregor Mathers, A. Crowley, The Goetia: The Lesser Key of Solomon the King (1904). Ristampa 1995 ISBN 0-87728-847-X.

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